“C’è più magia nella prima risata di un bambino che in qualsiasi tempesta di fuoco possa evocare un mago, e non accettate che nessuno vi dica altrimenti.”
Come ho anticipato nella recensione del primo volume della serie “Dresden Files”, quest’ultimo mi era talmente piaciuto che ho iniziato a leggere subito il secondo, di cui appunto, mi accingo a scrivere una recensione. Ci viene presentato dall’autore in questo modo: quando il cadavere di una vittima di omicidio brutalmente mutilata viene trovato al momento della luna piena, accompagnato da delle impronte di zampe molto insolite, il mago professionista e investigatore soprannaturale Harry Dresden si trova a cercare il licantropo che sta perseguitando la città di Chicago.
Nelle mie letture precedenti, mi è capitato di rado che uno scrittore riuscisse a ripetersi senza perdere almeno un po’ della magia (concedetemi il termine), e il fascino presente nel primo volume, in questo caso, non è stato così. Ho trovato la scrittura immutata, fluida e senza fronzoli, con spiegazioni puntuali che non sfociano mai nel superfluo e che non annoiano; anzi, ogni capitolo è collegato all’altro e regala un’esperienza di lettura completa. I connotati soprannaturali e fantastici dell’opera, seppur riprendano archetipi tipici del genere, sono rivisitati in maniera originale. In questo caso, l’autore volge la sua attenzione, come è facilmente intuibile dal titolo, alla figura del lupo mannaro, ma lo fa in modo davvero atipico.
Anche la caratterizzazione dei personaggi mi è piaciuta molto, anche se avrei preferito fosse dato più spazio ad alcuni di loro, forse con l’intento di evitare di appesantire la lettura. Attraverso la lettura ci imbatteremo in alcuni personaggi misteriosi, che restano tali, e questo mi ha un po’ infastidito in un primo momento, anche se spero che nei prossimi volumi saranno presenti altri indizi o dettagli su la storia dei co-protagonisti e i loro legami con Dresden.
Ora non sono tipo da fare spoiler e non lo farò neanche in questo caso, ma posso dire che nella lettura, tra teschi parlanti e hexenwolfen, l’elemento investigativo non viene meno e rende nel complesso tutta la storia nella sua semplicità, davvero edificante. L’unica nota dolente, a mio avviso, è in alcuni dei dialoghi in cui è venuto meno quel pizzico di black humor che nel primo volume mi aveva divertito molto, ma ciò non toglie che sia stato all’altezza del precedente.
Restano ancora molti interrogativi aperti, soprattutto sul passato del protagonista, che sia nel primo che nel secondo volume vengono appena accennati. Spero che nel prossimo si abbia
una svolta in questo senso, poiché sono davvero curioso di leggere ciò che l’autore ha in serbo per il personaggio e la direzione che vuole far seguire a questa storia.
In ogni caso consiglio spassionatamente la lettura anche di questo secondo volume, che come ho già accennato nell’articolo precedente, in Italia è stato pubblicato da Mondadori in un unico volume, in cui sono presenti i primi tre libri della serie, che potete trovare qui.
Mentre gli altri, purtroppo, non li ho trovati in italiano. Immagino che non siano stati tradotti e quindi possono essere trovati solo in lingua originale, insieme anche a un fumetto tratto dalle opere di Jim Butcher e all’adattamento televisivo presente su Prime Video, che si può guardare sottoscrivendo la prova gratuita ad MGM+. Trovate tutti i dettagli qui.
Che dire, la scrittura di Jim Butcher continua a piacermi molto e non vedo l’ora di iniziare a leggere anche il prossimo per sapere in quale disavventura, mostro o omicidio si imbatterà la squadra speciale della polizia di Chicago e quale altra perla ha in serbo per i lettori questa serie davvero ben riuscita.